Cara Befana,
forse non ci conosciamo, sono lo Sport (sai quello vero, con la S maiuscola, il valore universale, i cinque cerchi e così via).
Non so, Befana, quanto sport tu faccia, ma mi sa che un po’ di atletica ti sarà anche toccata da giovane, per riuscire a cavalcare quella scopa di legno e a saltare da una casa all’altra (il tuo amico Babbo, lui, ha i folletti e la slitta imbottita…infatti si vedono i risultati!).
Io ho appena mandato in archivio un anno difficile, pieno di ostacoli, di speranze recise e di capodanni con brindisi alle 22 (che nemmeno il peggior Maestro Mario Canello poteva immaginare).
Befana, tu che tutte le feste porti via, spazza via anche questi mesi bui, in cui mi hanno relegato a oggetto accessorio, a pericolo per le persone, a ultimo tra i pensieri. Per un po’ mi sono adattato, anche volentieri, ai parchi e alle piattaforme on line, ma lì a un certo punto tutti spengono la telecamera e si guardano Netflix!!
Ora vorrei davvero tornare in mezzo alle persone, a giocare coi bambini e a sudare con gli adulti. So bene che in questo momento ci sono cose più importanti di me, ma aiutami a spiegare a tutti che io non sono una causa di contagio, né un bene superfluo, anzi sono la cura per il corpo e per la mente, in un’epoca in cui è mancato quel contatto speciale che solo io posso offrire.
Insomma, cara Befana, con le tue scarpe rotte dai un calcio nel sedere a questo maledetto virus, che qui tutti hanno voglia di tornare nei campi e nelle palestre, a divertirsi, a faticare, a scornarsi e a gioire (forse qualcuno a perdere pure due chiletti natalizi).
E a imparare che la vera vittoria, oggi più che mai, non è fare un punto in più dell’altro, ma essere in campo affianco a lui ed avere il fiatone, assieme.
Grazie Befana. E buon anno nuovo.